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31 gennaio 2012

Quando si dice Mobbing

In materia di mobbing, non esistendo una chiara ed univoca descrizione a livello internazionale delle sue conseguenze psicofisiche, è di indubbia utilità la recente sentenza n. 87 del 10 gennaio 2012 con la quale la Corte di Cassazione, indicando in modo chiaro quali sono gli elementi che configurano le ipotesi di mobbing, fa riferimento a delle condotte sistematiche e protratte nel tempo, a comportamenti ostili sistematici e reiterati nei confronti dei lavoratori che finiscono per diventare delle vere e proprie forme di prevaricazione o di persecuzione psicologica. Secondo la Corte, tali comportamenti possono condurre ad una mortificazione morale e ad un'emarginazione del lavoratore andando a ledere il suo equilibrio psicofisico. Gli elementi da considerare sono: la molteplicità di comportamenti di carattere persecutorio, l'accertamento che i comportamenti siano lesivi della salute di chi è vittima di mobbing e l'esistenza di un nesso di causalità tra il comportamento persecutorio e il danno all'integrità psico-fisica del lavoratore. La parte danneggiata avrà diritto ad ottenere il risarcimento nel caso riesca a provare l'esistenza delle vessazioni e dei danni subiti.

Nel caso esaminato dalla Corte sono stati esclusi gli estremi del mobbing perché, secondo quanto già accertato dai giudici di merito, " ..il rapporto di lavoro si era svolto secondo modalità congrue rispetto alla natura delle prestazioni, alle obbligazioni reciproche ed agli interessi delle parti contrattuali".