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3 dicembre 2012

I Consulenti del Lavoro scrivono il manifesto del futuro


Due giorni, 29 e 30 novembre 2012, che hanno visto riuniti presso l'auditorium della Conciliazione a Roma, i Consulenti del Lavoro, dirigenti territoriali, rappresentanti di organismi istituzionali e sindacali, tutti assieme per disegnare la professione del domani. 
In discussione degli strumenti regolamentari necessari per dare attuazione alle novità normative ma anche e principalmente, i percorsi futuri da seguire per dare sostegno alle attività dei giovani iscritti. Una popolazione di nuovi Consulenti del Lavoro che è lievitata in modo esponenziale negli ultimi dieci anni con gli iscritti che sono passati da 18mila a 28mila apportando così alla categoria dei Consulenti del Lavoro forze fresche che meritano attenzione e rispetto. Una popolazione declinata per lo più al femminile che ha a disposizione le tante e nuove attribuzioni acquisite in questi ultimi anni per poter esercitare nel modo più attuale e moderno la professione.

Cambiamento, opportunità, comunicazione ed etica, questi alcuni dei tanti temi trattati al Congresso straordinario dei Consulenti del lavoro, per definire le strategie ed i percorsi futuri della professione.
La Presidente nazionale dei Consulenti del Lavoro Marina Calderone ha, infine, sottolineato l’importanza di appartenere ad una comunità professionale che fa fronte al principio di legalità, invitando i colleghi a creare nuove sinergie per poter diventare professionisti formati e altamente qualificati in un cammino di solidarietà futura.  


Tra i numerosi ospiti del congresso straordinario il ministro del Lavoro Elsa Fornero, il ministro della Giustizia Paola Severino, l'onorevole Cesare Damiano ed il senatore Maurizio Sacconi entrambi ex ministri del Lavoro.

"So che certe cose della riforma del mercato del lavoro non vi sono piaciute. Ma il mercato del lavoro è delicato e complesso che richiede grandi professionalità". Così il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, intervenendo al Consiglio nazionale straordinario dei consulenti del lavoro rha esordito rivolgendosi alla categoria. Il Ministro, evidenziando che si è dovuto intervenire in pochi mesi, ha ricordato che prima c'era troppa rigidità sull'articolo 18 e con la riforma è stata aperta una strada. "Siamo intervenuti per preservare flessibilità imprese" introducendo la possibilità di stipulare un contratto a tempo determinato fino ad un anno.
Ha però messo in guardia che siamo "rimproverati in Europa perché il mercato del lavoro è segmentato con forte area di precarietà, soprattutto giovani, donne e anziani".
Ha poi ricordato quanto il "mercato del lavoro sia particolarmente delicato e complesso che richiede grande professionalità". Ha ancora aggiunto: " voglio lavorare tanto sull'apprendistato e chiedere collaborazione ai Consulenti del Lavoro per aumentare la produttività nell'interesse del paese. E' necessario cooperare, ognuno mette a disposizione le proprie competenze non solo al servizio del proprio ruolo ma del paese. Abbiamo bisogno di progetti e possono contribuire i consulenti del lavoro. Il mercato del lavoro è estremamente delicato, richiede grandissima professionalità e per questo i Consulenti del Lavoro svolgono un grande compito" ha concluso.
Il ministro Paola Severino durante il suo intervento ha affermato che "Il nostro Paese ha un disperato bisogno di rinnovamento, partendo proprio dal lavoro, e trovare un punto di riferimento (i Consulenti del Lavoro) all'interno delle professioni che comprenda le varie difficoltà, è una situazione straordinaria. Il consulente del lavoro ha attitudini a risolvere i problemi e i temi dell'accesso, della formazione e della socializzazione sono il futuro delle professioni; ci vuole qualità e formazione per il professionista del futuro".
“Devo rendervi merito della professionalità, io ho collaborato intensamente con la categoria ed ho capito durante il mio dicastero che le norme prima di essere portate in parlamento andrebbero fatte leggere a chi ogni giorno andrà poi ad applicarle”, con queste parole Maurizio Sacconi ha portato i saluti al congresso straordinario dei Cdl. Esempio ne è stato il libro unico del lavoro, “uno dei tanti casi di collaborazione tra l’ordine dei consulenti del lavoro ed il mio dicastero quando ho ricoperto la carica di ministro del lavoro". “L’italia oggi è un paese difficile per gli investitori stranieri, dove il diritto non è mai certo e diventa sempre più complicato fare impresa”.
L’ex ministro ha precisato che il futuro della categoria è ancorato nelle professioni ordinistiche che svolgono funzioni sussidiarie ed in tal senso ha rimarcato come la Presidente Calderone sia stata brava nel consolidare il valore delle professioni ordinistiche.
Ha proseguito nel ribadire il fatto che la legge sulle professioni andrebbe rivista ed andrebbe distinto tra professioni regolamentate e non, e delineando la visione del futuro della categoria, ha sottolineato come i Consulenti del Lavoro siano consulenti di comunità in quanto le imprese vengono intese come comunità di valori oltre che di produttività.
“I Consulenti del Lavoro dovrebbero puntare sulla contrattazione di prossimità, sulla detassazione della produttività e nell'arbitrato nel contenzioso del lavoro e portare l’impresa ed i lavoratori a condividere rischi e produttività, così facendo aiuterebbero il mercato del lavoro a fare il salto da una dimensione ideologica ad una dimensione di risultato."
L'onorevole Cesare Damiano crede nei Consulenti del Lavoro, che considera anello di congiunzione tra le leggi e le imprese.
La concertazione "vecchio stampo", secondo Damiano va cambiata, non è più possibile procedere come un tempo ed i governi devono decidere, non aspettare che tutti si mettano d’accordo.
"Un conto è l’ aula universitaria, altra cosa è il Paese reale", l'On. ribadisce che i Consulenti del Lavoro devono essere ascoltati perché hanno in mano i problemi. Damiano esprime disaccordo con il ministro tecnico Elsa Fornero sugli ammortizzatori sociali e prevede traumi al lavoro e all'impresa per questo modo di fare le riforme. L’ex ministro, inoltre, resta molto critico sugli esodati.

La sua preoccupazione non è rivolta all’assistenzialismo, ma alla mancanza dei finanziamenti per gli ammortizzatori sociali per il 2013 e per questo motivo prevede che ci sarà un forte impatto sociale sulla disoccupazione.